03/09/07

«La “194” è da modificare»

Consultorio diocesano: «La vita va difesa, anche per noi la “194” è da modificare»

• «Un’azione che è frutto di una cultura egoistica che considera il feto malato come un peso per la società». È il giudizio del Consultorio Centro per la famiglia che ha sede a Lodi (Corsa Roma, 100) sul caso dell’aborto selettivo effettuato qualche giorno fa su una coppia di gemelle all’ospedale San Paolo di Milano e finito con la soppressione del feto definito sano anziché di quello affetto da sindrome di Down, a seguito della quale anche l’altro feto è stato soppresso. Una pratica che mira di fatto - sottolinea il Consultorio diocesano - «alla «scomparsa dalla faccia della Terra del bambino Down». «La vita - commenta Mario Nizzola medico del Consultorio Centro per la famiglia . è sempre un dono e il diritto ad avere un figlio sano non trova giustificazione né sul piano etico-sociale né tantomeno giuridico». Per Nizzola, «preliminarmente occorre gettare sul terreno di un possibile e auspicabile dialogo su due solidi binari. li primo consiste nel riconoscimento chiaro e formalmente dichiarato che l’uomo è sempre uomo fin dal concepimento, che il principio di eguaglianza vale anche per il concepito non ancora nato e che conseguentemente Io Stato ha il dovere di proteggere il diritto alla vita dl ogni essere umano anche nella fase embrionale. «A fronte dell’affermazione di questo principio - prosegue Nizzola - l’altro binario è la rinuncia alla minaccia penale come strumento dl difesa del diritto alla vita. Su queste due rotaie si potrebbe concretamente avviare il dialogo sulla riforma della legge 194». Una legge spiega Giacinto Bosoni, presidente del Consultorio Centro per la famiglia. che «non potremo mai cessare di considerare ingiusta ma che diventerebbe meno contestabile se le disposizioni della parte preventiva fossero meno equivoche e se la riforma del consultori familiari - secondo le linee da decenni indicate dal progetto di legge suggerito dal Forum per le famiglie - diventasse realtà». «Alcune riforme possono essere introdotte per via amministrativa ha spiegato ieri il presidente del Movimento per la vita Carlo Casini, fermo restando che la legge ha bisogno di essere profondamente modificata, siamo pronti ad avviare da subito un dialogo costruttivo col ministro. A cominciare dalla reiterata richiesta di riferire nell’annuale relazione al Parlamento non solo il numero dei morti (gli aborti), ma anche quello dei vivi (bambini sottratti all’aborto attraverso la solidarietà pubblica e privata alle loro madri, indirlzzata non alla Ivg ma alla nascita) e dall’introduzione del riscontro diagnostico sugli embrioni abortiti in caso di presunta malformazione».

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