09/10/07

La 194 funziona, ma regola una tragedia

Non concordo sulla validità della 194 (vedere articolo relativo alla scia di aborti che si lascia dietro) ma è un articolo acuto soprattutto riguardo il giudizio sulla pillola abortiva.

Inquietante come sempre il dato 130.033 bimbi che non hanno visto la luce, solo nell'anno 2006. Nel mondo sono più i bimbi che vengono uccisi (con le tecniche più raccapriccianti: vedere libro di A.Socci, il Genocidio Censurato) nel ventre materno di quelli che muoiono di fame.




La legge va governata attuandola con la prevenzione, non con la Ru486

L’annuale relazione del ministero della Salute conferma che in Italia gli aborti continuano a calare, sia rispetto all’anno di introduzione della legge 194 (meno 60 per cento), sia rispetto al 2005 (meno 2,1 per cento). Il dato è definito “eclatante” per le italiane, anche se continua a crescere in modo esponenziale il ricorso all’interruzione di gravidanza tra le straniere, alle quali va attribuito il trenta per cento sui 130.033 aborti del 2006 (dato ancora provvisorio). Andrebbe però considerato, prima di gridare al miracolo, che il tasso di abortività in discesa viaggia sempre di pari passo con quello di natalità, a sua volta in caduta: se in Italia si abortisce meno, insomma, è anche perché si fanno sempre meno figli. E’ evidente, invece, soprattutto per quanto riguarda le straniere, che la legge 194 andrebbe pienamente attuata nella parte relativa alla prevenzione, all’offerta concreta di alternative e di aiuto alle donne che, proprio come le immigrate, abortiscono per ragioni economiche o perché fare un figlio, per loro, significherebbe perdere il lavoro. Fa bene la ministra Turco a sostenere la bontà tecnica della legge, sarebbe saggio aggiungere che il suo oggetto, l’aborto, è una persistente tragedia etica. L’efficacia della legge è solo un buon motivo sia per rendere meno decorative alcune sue parti fondamentali, sia per respingere gli attacchi di chi vorrebbe silenziosamente cambiarla. Tra questi, nonostante una vulgata ridicola accrediti il contrario, non ci sono le gerarchie cattoliche, che non si sono espresse in quel senso, come testimonia più di un pronunciamento di esponenti della Cei. A voler davvero cambiare la legge 194, il suo impianto che garantisce che l’aborto sia effettuato in strutture pubbliche con tutte le garanzie che ne derivano e con il metodo che si è rivelato migliore dal punto di vista della salute della donna, sono semmai i fautori della pillola abortiva Ru486. La sua introduzione sarebbe il primo passo di una privatizzazione dell’aborto che lascerebbe ancora più sole le donne e i bambini non nascituri che si portano in grembo. E renderebbe più difficile aiutarle, magari, a non abortire.

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