26/10/07

Macché tragedia, dicono a Londra, è una scelta (per fortuna) in aumento

Giù la maschera, l’aborto è bello


Hanno detto quello che pensano, senza fingere di credere che l’aborto sia sempre una tragedia. Hanno spiegato, con sincerità, che l’aborto è progresso. Ann Furedi, a capo del British Pregnancy Advisory Service, movimento pro choice che aiuta le donne nelle interruzioni di gravidanza e nella contraccezione, ha risposto alla denuncia di Lord Steel, autore dell’Abortion Act di quarant’anni fa, sconvolto dai duecentomila aborti l’anno in Inghilterra: “Ci sono molte ragioni positive – ha detto – per cui il numero degli aborti è in crescita: le donne hanno maggiore accesso alle strutture, hanno il sostegno economico del servizio sanitario nazionale e ora considerano l’aborto un’opzione accettabile se si trovano a dover fare i conti con una gravidanza indesiderata. Se credi che le donne debbano poter decidere del loro futuro riproduttivo, allora questi sono cambiamenti positivi… oggi le donne si sentono molto più in grado di decidere quando e se diventare madri”. Il progresso è liberarsi velocemente di un bambino non programmato, il progresso è farlo a casa propria (come ha appena proposto il Parlamento inglese: a casa e con consenso informato entro le dodici settimane, così si può saltare anche la fase del certificato dei due medici), e ora finalmente si può smettere di raccontarsi bugie gelidamente compassionevoli: l’aborto è “un’opzione accettabile”, niente di più. Un modo per risolvere una piccola distrazione, un mezzo per governare al meglio la propria vita, eliminandone un’altra, più piccola. E’ il progresso, bellezza, e chi sopravvive è fortunato.

Da "Il Foglio" del 26-10-07

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