27/02/09

U.s.a e getta

Promuovevano l’aborto nei Paesi in via di sviluppo

Il presidente Obama ha firmato un ordine esecutivo con il quale è stata abolita la “’Mexico City Policy”, cioè quella norma voluta dal presidente Reagan con cui gli Stati Uniti misero fine ai finanziamenti verso “le organizzazioni internazionali che promuovevano l’aborto nei Paesi in via di sviluppo”. Con Obama i finanziamenti riprendono. Questa notizia – che sembra connotata da un’ideologia francamente imperialista - è uscita dappertutto. Ma Avvenire (29/1) ne ha aggiunta una che ne fa intuire le conseguenze. Ha spiegato che “i più felici” sono quelli dell’International Planned Parenthood Federation (Ippf) “una delle lobby abortiste più agguerrite d’America”. Ed ecco la dichiarazione, riportata da Avvenire, che è stata fatta da Gill Greer, che è appunto direttore generale della Ippf: “Abbiamo stimato che durante l’amministrazione Bush sono stati tolti almeno 100 milioni di dollari in progetti di salute riproduttiva in 100 Paesi in via di sviluppo”. Poi ha aggiunto: “In base a cifre riconosciute a livello internazionale possiamo dire che questi fondi sarebbero serviti a prevenire 36 milioni di gravidanze non desiderate”. Riprende Avvenire: “Come a dire: i fondi tolti da Bush con la sua azione anti-aborto hanno permesso la nascita di 36 milioni di bambini”.Ma – se questa è la realtà – cosa significa la ripresa dei finanziamenti? La questione aborto, nelle sue dimensioni planetarie, è ancora poco esplorata. Pur essendo un’enormità.C’è da chiedersi se, fra cinquant’anni, i nostri nipoti ci accuseranno di aver taciuto, con indifferenza, mentre stava accadendo tutto questo sotto i nostri occhi. Per chiarirsi le idee – almeno su quanto succede in Italia - può servire il libro di Mario Palmaro, “Aborto e 194. Fenomenologia di una legge ingiusta” (Sugarco). La lettura potrà irritare certi palati laici, ma certamente farà riflettere.
Fonte: © Libero - 3 febbraio 2009

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